8 MARZO: Tra la festa, il rito e il silenzio, scegliamo la lotta! Anche a Torino!


Comunicato finale dell’Assemblea nazionale di femministe e lesbiche Roma, 24 febbraio 2008 

 

8marzo

UN 8 MARZO
DI LOTTA DELLE DONNE

 Le sommosse di Torino (dlfto@inventati.org)

accolgono e rilanciano l’appello

alla mobilitazione delle donne di Torino per l’autodeterminazione: 

In questo clima di continui e
generalizzati attacchi ai diritti delle donne e di precarizzazione della
vita di native e migranti

      scendiamo
in piazza come in molte altre città
 


Per
l’autodeterminazione delle donne

cioè
libera scelta di decidere su ogni aspetto delle nostre vite
 

Contro ogni forma di violenza
sulle donne
 

Contro l’eterosessualità
obbligatoria e la violenza sulle lesbiche
 

Giù le mani dalla 194!

Libere di decidere su sessualità,
maternità, contraccezione, aborto
 

SABATO 8 MARZO
2008

ORE  15,30 

CORTEO

DA PIAZZA VITTORIO
VENETO

Portiamo le nostre
idee non le bandiere !!!

 

L’UNICA A
DECIDERE E’ LA DONNA!
 

Da alcune settimane
stiamo assistendo a un grave attacco contro la libertà e l’autodeterminazione
delle donne, non solo per quanto riguarda la libertà di scelta nella
procreazione.

Si tratta infatti
di un attacco frontale, spesso violento e offensivo, e comunque complesso,
che tenta di imporre norme e regole, decise da altri, sul nostro corpo,
sul nostro orientamento sessuale, sui nostri stili di vita e sulle forme
che vogliamo dare, e praticare, alle nostre relazioni. 

Questo attacco
oggi si concretizza e passa soprattutto attraverso la messa in discussione
della libertà di decidere se portare o meno a termine una gravidanza,
sia attraverso interpretazioni, e  conseguente applicazione, restrittive
della legge 194 sia attraverso un uso strumentale della scienza e dell’autorità
medico- scientifica, che tende alla costruzione di un immaginario che
propone il “concepito” come autonomo e diviso dal corpo della donna,
sia, infine, attraverso la colpevolizzazione delle scelte delle donne.

La legge 194
è una legge di compromesso, che presta essa stessa il fianco a strumentalizzazioni
e pericolose “concessioni” (si pensi alla questione dell’obiezione
di coscienza, ormai estesa anche a personale ospedaliero o paramedico
che non potrebbe avvalersene…) ma che è comunque frutto di anni di
battaglie e di mobilitazioni delle donne, contro la mattanza dell’aborto
clandestino e per garantire a tutte proprio la libertà di poter scegliere.
 

Come donne,
femministe, lesbiche, RIFIUTIAMO ogni pretesa di parlare e decidere
sui nostri corpi, non solo da parte della scienza, che riduce il discorso
al solo dato tecnico- scientifico, che nega la centralità della persona
nella sua interezza e non ne riconosce bisogni, desideri, complessità
e differenze,

MA,

soprattutto,
NON ACCETTIAMO che, in questa fase di forte e avvilente arretramento
culturale il discorso scientifico si saldi con quello della Chiesa,
che ci ingabbia nel ruolo “naturale” di mogli e madri, che finalizza
il sesso alla riproduzione, che mortifica il piacere e nega qualsiasi
forma di sessualità altra. 
 

RISPEDIAMO
CON FORZA AL MITTENTE ogni tentativo di ridurci a solo utero, e ci rifiutiamo
di sottostare a logiche che quando non ci s/vendono come pezzi di carne
da esibire, ci riducono a incubatrici di cellule, corpi da controllare
su cui esercitare potere.

Da sempre infatti
il controllo sul corpo delle donne, sulla loro sessualità e scelte
di vita costituisce la più alta, necessaria e pericolosa forma di controllo
sociale, economico e politico, oltre che banco di prova e merce di scambio
in ogni campagna elettorale, a destra, a sinistra e al centro nello
stesso identico modo.

Non riconosciamo
quindi alcuna autorità a chi, Chiesa, Stato, Scienza (o giornalisti…)
impone modelli e ruoli unici, primo fra tutti quello che credevamo ormai
obsoleto di famiglia eterosessuale, benedetta dal matrimonio, in cui
il marito lavora e la moglie sta a casa ad allevar bambini e curare
anziani, sostituendosi, di fatto, ad uno stato sociale sempre più ridotto
ed insufficiente.
 

Autodeterminazione
è una parola che dobbiamo essere noi a riempire di significati, che
va difesa e praticata nella quotidianità; autodeterminazione per noi
vuol dire, oggi, 8 Marzo, in tutte le piazze e in tutte le forme con
cui le donne hanno scelto di mobilitarsi, rilanciare diritti che erano
dati per acquisiti e che oggi sono fortemente erosi:
 

GARANTIRE a
tutte e in tutta Italia la possibilità concreta di accedere alla contraccezione
e, se liberamente scelta, all’interruzione di gravidanza,
 

DISPONIBILITA’
immediata della RU486 in alternativa all’aborto chirurgico e della
pillola del giorno dopo, quest’ultima senza prescrizione medica,
 

CONTRASTARE 
l’obiezione di coscienza e difendere e riappropriarsi degli spazi
dei consultori,
 

PRETENDERE
che ogni donna, nativa o migrante, che scelga o no di portare a termine
una gravidanza, sia sempre soggetto autonomo e indipendente di diritti:
casa, lavoro, salute, istruzione…oggi messi in discussione costante
dalla precarietà che investe ogni aspetto delle nostre vite,
 

AUTODERMINAZIONE
VUOL DIRE LIBERE DI SCEGLIERE, CAPACI DI REAGIRE!!  

Le sommosse di torino

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