Margaret Atwood ci trasporta in un futuro vicino, in un paese immaginario governato da un regime totalitario in cui politica e religione sono connesse e ruotano intorno alla figura della donna, ridotta al ruolo di procreatrice.
C’è stato un colpo di stato e le donne in età fertile vengono “reclutate” a questo scopo: si accoppieranno nei giorni a metà del ciclo con un Comandante delle alte gerarchie, in una procreazione geneticamente scelta. Queste sono le Ancelle, vestite con lunghi abiti rossi- rosso come il colore del sangue mestruale, più che della passione, perché ogni sentimento è assolutamente vietato in questa società, anzi è punibile con la morte. In testa hanno una cuffia bianca con grandi ali laterali, come quelle delle suore di un tempo, per evitare sguardi indesiderati e che l’occhio dell’ancella si posi su altro che non sia il cammino davanti a sé.
Le Ancelle hanno perso il loro nome per assumere quello del Comandante della casa in cui si trovano, ad indicare il possesso della donna da parte di un padrone, come fosse un oggetto. Difred è il nome della protagonista che scrive il diario che diventa soggetto di studio anni più tardi quando viene ritrovato, come testimonianza della vita nel regno di Galaad.
Le Mogli- alla cui presenza si svolge l’accoppiamento in una cerimonia che fa di loro le madri vicarie in caso di esito fortunato- hanno abiti di un colore freddo, il blu; le donne di servizio sono vestite di verde, le Zie di bianco- sono le vestali di una nuova religione. Difred inizia a raccontare- e a scrivere- quando è appena arrivata nella casa del Comandante: alle Ancelle sono concesse tre prove per restare incinte e, se non succede niente, verranno imbarcate per le temutissime colonie, dove le aspetta una morte quasi certa lavorando per eliminare le scorie tossiche.
Il lettore viene proiettato nel mezzo di questa società e deve orizzontarsi a poco a poco tra i nuovi termini, gli incarichi, le normative, seguendo Difred nelle commissioni, fermandosi a guardare le punizioni esemplari- ogni tanto c’è qualche frase che lascia intendere una vita passata a cui è meglio non pensare, ogni tanto c’è il desiderio per qualcosa che una volta era comune e che adesso è proibito. Aumentano i ricordi- passato e presente sono contrapposti, prima e dopo, l’inizio di tutto quando le carte di credito delle donne furono bloccate, il tentativo di fuga, l’arresto, e chissà che fine hanno fatto il marito e la bambina di Difred.
Il diario si interrompe bruscamente- che sia stato scoperto l’amore proibito di Difred? Ogni finale è possibile. Profetico e inquietante, un libro scritto nel 1985 che è una satira dei regimi totalitari, di una possibile retrocessione ad una morale puritana e contro l'autodeterminazione delle donne.